Dipendenza e COVID-19

COVID-19: che effetto ha sulle persone che soffrono di dipendenze?

La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) sta stressando in modo inedito l’assistenza sanitaria a livello globale.
Tra i soggetti che rischiano di più, sia da un punto di vista clinico, sia da un punto di vista assistenziale, vi sono le persone che hanno dipendenze da sostanze psicoattive come gli oppioidi e che, a causa del lockdown e delle varie restrizioni alla libera circolazione, possono veder peggiorata la propria situazione.
In che modo?

  • Non poter accedere alle strutture sanitarie in modo continuativo porta a interrompere o ritardare i trattamenti per le dipendenze;
  • chi fa abuso di sostanze come gli oppioidi può avere maggiori problemi di respirazione ed essere più suscettibile all’infezione da COVID-19:
  • le restrizioni possono portare a problemi sociali o professionali (alcuni possono perdere il lavoro) che spingono chi fa già uso di queste sostanze, ad abusarne;
  • alcuni sintomi della Covid-19 potrebbero essere scambiati per sintomi da astinenza e questo potrebbe indurre i soggetti dipendenti a ricorrere in modo ancora più massiccio all’uso di droghe.

Il rischio di contrarre malattie respiratorie

Data l’elevata prevalenza di patologie croniche tra le persone che fanno uso di droghe, in caso di contagio da COVID-19 molte di loro sono a rischio di contrarre malattie respiratorie gravi.
Di seguito si riportano alcuni esempi:

  • la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’asma presentano un’elevata prevalenza tra gli utenti sottoposti al trattamento della tossicodipendenza e fumare eroina o cocaina crack può aggravare la situazione;
  • l’abuso di oppiacei può interferire con il sistema immunitario;
  • il fumo di tabacco e la dipendenza da nicotina sono molto comuni in alcuni gruppi di consumatori di droghe e possono aumentare il rischio di esiti più negativi per questi soggetti.

Qualunque oppiaceo, per esempio l’eroina, ha come principale effetto quello di rallentare e fermare la respirazione. Poiché la COVID-19 (come ogni infezione polmonare grave) può causare difficoltà respiratorie, è possibile che si verifichi un aumento del rischio di overdose tra i consumatori di oppiacei.
Inoltre, il rallentamento della respirazione dovuto agli oppioidi causa ipossiemia (anomala diminuzione dell’ossigeno nel sangue) che può portare a complicazioni cardiache, polmonari e cerebrali e, se grave, può provocare overdose e morte.
Oltre a questi aspetti, va considerato che spesso chi fa uso di sostanze condivide con altri gli strumenti per assumerle e questo può contribuire a diffondere il virus. E non parliamo solo di siringhe: l’epidemia da COVID-19 può presentare ulteriori rischi legati ad esempio alla condivisione di spinelli di cannabis, sigarette, strumenti per la vaporizzazione o l’inalazione o altri materiali per l’assunzione di sostanze psicoattive.

La continuità assistenziale non si può interrompere

L’assistenza per i consumatori di droghe che usufruiscono dei servizi per le tossicodipendenze può risultare problematica alla luce delle carenze di personale, dell’interruzione e della chiusura dei servizi, dell’autoisolamento e delle restrizioni alla libera circolazione. In questo contesto la pianificazione delle emergenze e della continuità dovrebbe essere prioritaria.
I servizi di assistenza per le persone che fanno uso di droghe forniscono prestazioni essenziali tra cui il trattamento con agonisti degli oppiacei, oltre ad altri importanti programmi di trattamento per tutti i tipi di sostanze, inclusi i servizi di astinenza e consulenza.
In questo contesto pandemico, chi soffre di dipendenza ed è sotto trattamento, potrebbe rischiare di vanificare tutti gli sforzi e ricadere nell’abuso delle sostanze. Parliamo di persone vittime di stigma sociale per la loro condizione e che, oltre a questo fardello, in questo periodo possono andare incontro a problemi che stanno vivendo anche altre persone, come la perdita del lavoro o l’ansia (e depressione) generata dall’obbligo di dover stare in casa.
Immaginatevi che impatto può avere su una persona già fragile questo tsunami emotivo, economico e sociale. Il rischio di ripiombare nel tunnel della droga dal quale si stava faticosamente uscendo, è molto concreto.
Lo stress causato dalle restrizioni e dall’obbligo di dover rimanere in casa può spingere ad abusare di sostanze per lenire la sensazione di stress e superare il momento difficile. I membri della famiglia, gli amici, i medici devono essere consapevoli di questi rischi e saper intercettare i segnali di abuso in questi pazienti.
Questa crisi, ci si augura, spingerà il sistema sanitario, i responsabili politici ei ricercatori ad accelerare nuovi modi per soddisfare le esigenze di trattamento e recupero di questa popolazione, attraverso misure che vanno dal potenziamento delle risorse virtuali (come la telemedicina) alla riduzione al minimo delle visite in ambulatorio.

Fonti extra:
https://www.drugabuse.gov/about-nida/noras-blog/2020/10/new-evidence-substance-use-disorders-covid-19-susceptibility
https://www.emcdda.europa.eu/publications/topic-overviews/covid-19-and-people-who-use-drugs_it
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7138334/